lunedì 16 febbraio 2009

Ontoarte: è solo una corrente artistica?

Nell’intendimento ontopsicologico, arte è ciò che struttura la presenza dello spirito, della vita, quindi qualcosa che già è, ma che deve ancora accadere materialmente. È qualcosa che la mente può intuire, ma che i sensi ancora non agiscono. I sensi intervengono quando l’uomo vuole dare concretezza storica nel mondo esterno a questa forma intuita. Ed è a questo punto che interviene la tecnica, cioè il modo in cui portare a funzione esterna un’intuizione.

Nel passaggio dall’intuizione alla realizzazione esterna attraverso la tecnica, i nostri sensi svolgono un ruolo cruciale di mediazione. Per questo, è inutile parlare di arte se prima non abbiamo appreso la naturale perfezione dei nostri sensi. Il buon gusto infatti è una variabile della perfezione, come sostiene il fondatore dell’OntoArte Antonio Meneghetti.

Se con il nostro organismo, con gli occhi o con le orecchie, si resta esposti alle intercettazioni di cose brutte, si diventa in quel modo, cioè diveniamo ciò che guardiamo. Viaggiando sul piano inconscio, infatti, queste informazioni strutturano il nostro corpo e anche gli organi interni. Ad esempio, guardare la TV con dipendenza curiosa, ascoltare fino in fondo certe notizie come vengono date, oppure certe canzoni, altera l’armonia meravigliosa che continuamente la vita scrive dentro di noi. Altrettanto inconsciamente, quando noi rendiamo aperta la nostra mente a cose veramente belle, allora anche noi diventiamo belli.

Non esiste niente di indifferente: tutto è buono o cattivo, non in sé, ma in relazione alla specificità di ognuno di noi.

Bisogna quindi saper provvedere alla propria sanità interiore e al proprio senso estetico, esercitando un costante raccoglimento interiore sul buon gusto. Ovviamente non è una necessità, ma è una scelta per chi vuole il piacere della vita.