venerdì 12 marzo 2010

Perché Caravaggio piace tanto?

La mostra su Caravaggio alle Scuderie del Quirinale di Roma (dal 18/2 al 13/6 2010) sta riscuotendo un grande successo, e così si prevede sarà fino al termine dell’esposizione. Ma che cos’è che affascina tanto di questo artista? Perché il pubblico lo cerca, lo ama, per la gioia (anche economica) degli organizzatori delle mostre di cui è protagonista?

Federico Zeri (1921-1998) lo paragonava al celebre regista Pier Paolo Pasolini, per la sua “ereticità” cattolica. L’eminente critico d’arte sosteneva che “c’è una forte affinità tra la fine di Pasolini e la fine di Caravaggio, perché in tutt’e due mi sembra che questa fine sia stata inventata, sceneggiata, diretta e interpretata da loro stessi”.

Nonostante la sua vita “malamente vissuta”, Caravaggio riesce però a rappresentare la bellezza dell’essere umano in modo sorprendente. Durante una conferenza presso la Galleria di OntoArte a Roma l’11/11/1992, Antonio Meneghetti ha posto l’accento sulla caratteristica principale di questo artista, ovvero “l’uso della luce sulla realtà psichica” dei personaggi dipinti, sottolineando però che “gli aspetti più belli dell’opera di Caravaggio non erano il risultato di una sua cosciente preparazione professionale, ma erano l’estrapolato del suo In Sé ontico [il suo progetto di natura, la sua anima], che comunque riusciva ad evadere dalle circoscrizioni del sistema o di chi gli commissionava l’opera”.